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Intro

Quattro sono le figure che animano il dipinto.
La Vergine Maria che, inginocchiata al centro della scena, nella sua posizione, pare superare in altezza tutte le altre e accompagna dolcemente l’umile posizione di preghiera di san Giovannino verso il Figlio di Dio, poggiandogli la mano sulla spalla.

L’arcangelo Gabriele, elegantemente vestito, che protegge col braccio Gesù, e indica con la mano destra l’atto devozionale di Giovannino.

Infine Gesù Bambino, in primo piano, seduto a terra, ritratto nel solenne gesto benedicente rivolto al coetaneo, nudo come lui.

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La Vergine

La giovane Vergine Maria, dalla testa dolcemente inclinata, poggia la mano destra sulle spalle di san Giovannino.

Il mantello impreziosito da un ricamo dorato, drappeggia morbidamente le spalle ed è fermato da un gioiello composto da un grande cabochon di zaffiro contornato da 14 perle.

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San Giovannino

Giovanni Battista infante, dipinto alla sinistra del quadro, è inginocchiato, con le mani giunte mentre rivolge il suo corpo e lo sguardo a Gesù.

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Gesù Bambino

In primo piano, a sinistra, il Bambin Gesù, accompagnato dall’Arcangelo, è seduto a terra davanti a Maria che tende una mano protettiva sopra il suo capo.

Pur essendo di dimensioni leggermente minori, è il solo a godere di una posizione tanto importante: questo gli conferisce risalto e lo distingue da san Giovannino, con cui tuttavia molti l’hanno a lungo confuso. Il bambino solleva la mano destra nel gesto benedicente rivolto al Battista.

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Arcangelo Gabriele

Posizionato dietro a Gesù Bambino, l’angelo è inginocchiato.
Giovane ed elegante, ha tratti raffinati e femminei; con la mano destra sfiora la schiena di Gesù, sostenendolo e proteggendolo.
Lo sguardo dolce è rivolto all’osservatore, mentre con la mano destra indica san Giovannino.

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I gesti

Nella composizione tutto è in serena relazione sentimentale grazie a un fine dialogo di gesti e di sguardi delle sacre figure in un magnifico paesaggio.

Maria, patrona e protettrice, per il ruolo avuto nella venuta al mondo del Dio incarnato, funge da accogliente testimone e tramite del ‘discorso’ articolato dalle sue mani.

Gesù bambino rivolge lo sguardo sereno e alza la mano con gesto benedicente verso san Giovannino. L’Angelo, dietro di lui, lo accompagna e indica il bambino santo in preghiera. L’atto devozionale di san Giovannino è sottolineato dall’inclinazione del corpo rivolto con le mani giunte verso il figlio di Dio.

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La vegetazione

I fiori e le piante hanno sempre avuto un significato simbolico nella pittura rinascimentale, spesso trasmettendo un messaggio metaforico; qui mostrano inoltre la profonda conoscenza botanica della cultura leonardesca: vengono infatti rappresentate solo le specie adatte all’ambiente umido della grotta naturale.

Leonardo selezionò specifiche piante che suggerivano ai contemporanei diversi livelli di sottili significati simbolici associati ai temi religiosi della composizione.

Nella Vergine delle Rocce del Borghetto, ad esempio, nell’angolo in basso, ai piedi di San Giovannino, vi sono l’elegante Iris bianco (Iris pseudacorus) e il bellissimo fiore blu dell’aquilegia (Aquilegia vulgaris); davanti a Gesù un fine fiore erbaceo bianco, un mughetto, e dietro le rocce rami fogliati di quercia (Quercus robur).

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Il paesaggio

Dietro il gruppo sacro si scorge un paesaggio roccioso che crea attorno alle figure una vasta penombra, con un accento di luminosità lontana. Si crea una straordinaria illusione di profondità applicando alla pittura i risultati delle osservazioni sull’atmosfera con l’uso della ‘prospettiva aerea’.

Per Leonardo, i colori e le forme perdono di intensità e di nitidezza man mano che aumenta la loro distanza dall’osservatore, in quanto fra quest’ultimo e gli oggetti da rappresentare si interpone uno spessore d’aria sempre maggiore, una sorta di velo che sfoca la visuale. Per questo, se la parte in primo piano è resa in modo dettagliato, il paesaggio in lontananza si perde nella foschia.

L’accento atmosferico leonardesco ha perso purtroppo peso visivo sulla tela del Borghetto a causa dell’eccesso di pulitura del restauro settecentesco.

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Intro

Quattro sono le figure che animano il dipinto.
La Vergine Maria che, inginocchiata al centro della scena, nella sua posizione, pare superare in altezza tutte le altre e accompagna dolcemente l’umile posizione di preghiera di san Giovannino verso il Figlio di Dio, poggiandogli la mano sulla spalla.

L’arcangelo Gabriele, elegantemente vestito, che protegge col braccio Gesù, e indica con la mano destra l’atto devozionale di Giovannino.

Infine Gesù Bambino, in primo piano, seduto a terra, ritratto nel solenne gesto benedicente rivolto al coetaneo, nudo come lui.

La Vergine
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La giovane Vergine Maria, dalla testa dolcemente inclinata, poggia la mano destra sulle spalle di san Giovannino.

Il mantello impreziosito da un ricamo dorato, drappeggia morbidamente le spalle ed è fermato da un gioiello composto da un grande cabochon di zaffiro contornato da 14 perle.

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San Giovannino

Giovanni Battista infante, dipinto alla sinistra del quadro, è inginocchiato, con le mani giunte mentre rivolge il suo corpo e lo sguardo a Gesù.

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Gesù Bambino

In primo piano, a sinistra, il Bambin Gesù, accompagnato dall’Arcangelo, è seduto a terra davanti a Maria che tende una mano protettiva sopra il suo capo.

Pur essendo di dimensioni leggermente minori, è il solo a godere di una posizione tanto importante: questo gli conferisce risalto e lo distingue da san Giovannino, con cui tuttavia molti l’hanno a lungo confuso. Il bambino solleva la mano destra nel gesto benedicente rivolto al Battista.

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Arcangelo Gabriele

Posizionato dietro a Gesù Bambino, l’angelo è inginocchiato.
Giovane ed elegante, ha tratti raffinati e femminei; con la mano destra sfiora la schiena di Gesù, sostenendolo e proteggendolo.
Lo sguardo dolce è rivolto all’osservatore, mentre con la mano destra indica san Giovannino.

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I gesti

Nella composizione tutto è in serena relazione sentimentale grazie a un fine dialogo di gesti e di sguardi delle sacre figure in un magnifico paesaggio.

Maria, patrona e protettrice, per il ruolo avuto nella venuta al mondo del Dio incarnato, funge da accogliente testimone e tramite del ‘discorso’ articolato dalle sue mani.

Gesù bambino rivolge lo sguardo sereno e alza la mano con gesto benedicente verso san Giovannino. L’Angelo, dietro di lui, lo accompagna e indica il bambino santo in preghiera. L’atto devozionale di san Giovannino è sottolineato dall’inclinazione del corpo rivolto con le mani giunte verso il figlio di Dio.

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La vegetazione

I fiori e le piante hanno sempre avuto un significato simbolico nella pittura rinascimentale, spesso trasmettendo un messaggio metaforico; qui mostrano inoltre la profonda conoscenza botanica della cultura leonardesca: vengono infatti rappresentate solo le specie adatte all’ambiente umido della grotta naturale.

Leonardo selezionò specifiche piante che suggerivano ai contemporanei diversi livelli di sottili significati simbolici associati ai temi religiosi della composizione.

Nella Vergine delle Rocce del Borghetto, ad esempio, nell’angolo in basso, ai piedi di San Giovannino, vi sono l’elegante Iris bianco (Iris pseudacorus) e il bellissimo fiore blu dell’aquilegia (Aquilegia vulgaris); davanti a Gesù un fine fiore erbaceo bianco, un mughetto, e dietro le rocce rami fogliati di quercia (Quercus robur).

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Il paesaggio

Dietro il gruppo sacro si scorge un paesaggio roccioso che crea attorno alle figure una vasta penombra, con un accento di luminosità lontana. Si crea una straordinaria illusione di profondità applicando alla pittura i risultati delle osservazioni sull’atmosfera con l’uso della ‘prospettiva aerea’.

Per Leonardo, i colori e le forme perdono di intensità e di nitidezza man mano che aumenta la loro distanza dall’osservatore, in quanto fra quest’ultimo e gli oggetti da rappresentare si interpone uno spessore d’aria sempre maggiore, una sorta di velo che sfoca la visuale. Per questo, se la parte in primo piano è resa in modo dettagliato, il paesaggio in lontananza si perde nella foschia.

L’accento atmosferico leonardesco ha perso purtroppo peso visivo sulla tela del Borghetto a causa dell’eccesso di pulitura del restauro settecentesco.